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I reati di stalking (atti persecutori ex art. 612 bis CP).
 

In una arringa in cui l’avv. Benedetto ha ottenuto l’assoluzione del proprio assistito per il delitto di cui all’art. 612bis cp, avanti la Corte di Appello di L’Aquila, egli ha affermato, con un aforisma divenuto virale in ambito legale, che recita: “Fino a che ci conviene è un corteggiatore insistente, quando non serve più diventa uno stalker”. Con questa massima, si racchiude la maggior parte dei casi di stalking. Ed è questo principio che spesso è fondante per smontare l’assunto d’accusa.

La cronaca insegna che per liberarsi addirittura anche di un creditore insoddisfatto, una accusa di stalking può essere risolutiva.

Il termine stalking (in inglese “to stalk”, appostare, seguire, tampinare) rappresenta una forma di aggressione posta in essere da un persecutore che in maniera ripetitiva, indesiderata e distruttiva offende la vita privata di un altro individuo perseguitandolo, ingenerando stati di ansia e paura, che possono arrivare a compromettere la sua quotidianità.

Lo stalking è un fenomeno percepito come in diffusione esponenziale è la sensibilità al diritto del più debole, storicamente identificato come donna o bambino, che deve essere riconosciuto tale e per questo tutelato. Ma anche altri fattori contribuiscono alla percezione e al sostanziamento del fenomeno. L’accessibilità all’altro attraverso i nuovi media e social, senza limiti spaziali e temporali contribuisce a creare una falsa intimità e contestualmente la possibilità di un maggiore controllo della potenziale vittima. Inoltre, non è da sottovalutare l’incapacità dell’uomo dei nostri tempi di tollerare la frustrazione dell’abbandono ma, soprattutto, la possibilità che sia l’altro, il debole, ad interrompere la relazione.

Il problema di una adeguata difesa nasce dal presupposto che, quando si tratta di punire un reato che, per sua natura, si consuma in contesti riservati, non è richiesto il testimone, ma troppo spesso, basta la semplice dichiarazione della vittima. Dichiarazione che, quando è ritenuta attendibile dal giudice, può fondare la sentenza di condanna. Il tribunale dovrà valutare l’attendibilità delle dichiarazioni della parte offesa per evitare, per l’appunto, il pericolo di un uso strumentale della Legge. Può essere dirimente scremare le affermazioni d’accusa, con adeguate indagini che portino quantomeno ad ingenerare un ragionevole dubbio al giudicante. Ad esempio, la Suprema Corte di Cassazione (Cass. sent. N. 33280/2017) ha statuito che non si oltre ogni ragionevole dubbio uno stalking solo sulla base delle dichiarazioni della persona offesa se tra le parti sono pendenti cause e/o una conflittualità tra l’imputato e la persona offesa, bisogna rivedere il giudizio di attendibilità della vittima che, appunto, potrebbe essere influenzato dalle vicende non necessariamente solo giudiziarie, ma anche personali con il soggetto accusato.

Troppo spesso questo Studio di diritto penale, si è imbattuto in questioni ingigantite dalla cronaca a danno del “mostro di turno”. Anzi, ad essere chiari, come per i cosiddetti stalking e reati di natura sessuale, di cui ci c’è un discorso a sé, “il diavolo si è dimostrato meno nero di come lo si dipingeva”. A seguito di approfondita valutazione del quadro probatorio e dopo le dovute indagini difensive, spesso è emerso che la “parte offesa” ha accentuato la propria posizione, ben sapendo che “è la parola mia contro la sua”.

Intanto, se da una parte è certamente da lodare l’estremo tuzionismo del legislatore, volto ad evitare abusi che spesso riempiono la cronaca nera, dall’altro, non va negata una adeguata difesa all’indagato, che a ragion veduta, può risultare non colpevole.

Ovviamente, il discorso che precede ha un senso se l’indagato/imputato ha posto o porrà in essere tutte le tutele concesse di legge. Su questo, LegalGB Law Firm dà un’importanza fondamentale alle indagini difensive, essendo il primo e fondante rimedio allo strapotere della magistratura requirente. Le indagini difensive si configurano come l’insieme delle attività che il difensore dell’indagato, della parte offesa o delle altre parti private interessate dalla vicenda processuale, il sostituto, investigatori privati autorizzati e – qualora siano necessarie specifiche competenze – consulenti tecnici possono compiere, al fine di ricercare le fonti e/o acquisire elementi di prova favorevoli al proprio assistito o quantomeno lenire la credibilità dell’accusante.

Le investigazioni difensive rappresentano una importante risorsa per l’avvocato, il quale ha la facoltà di ricercare personalmente o a mezzo dei suoi ausiliari elementi utili ad impostare la difesa del proprio assistito. È evidente che la difesa in un processo penale risulta davvero efficace quando non si limita solo alla confutazione della tesi accusatoria, bensì quando si estende alla rappresentazione di elementi di prova a favore del soggetto indagato. Tali elementi possono essere raccolti attraverso diverse attività investigative, regolate in seguito all’introduzione del Titolo VI-bis nel libro V del codice di procedura penale grazie all’emanazione della legge 7 dicembre 2000, n. 397.

I reati in ambito di famiglia, sessuali e i cosiddetti stalking, hanno la loro formazione e soluzione nella parte intrinseca del “caso di specie”. Non è pensabile, né professionale pretendere di affrontare un processo del genere basandosi sul mero diniego dei fatti. Le indagini difensive, ottenute nell’ordinamento italiano, dopo anni di battaglie da parte dei penalisti italiani, sono una prerogativa e spetta alla parte di farne opportuno utilizzo.

In questa tipologia di reato, la “parte offesa”, di fatto, salvo rare eccezioni, ha una sorta di “bonus credibilità”. Diciamo anche che spesso enti creati ad hoc spingono a denunciare anche in casi opinabili. 

La parte offesa troppo spesso ha la veste di unico testimone della vicenda e, a volte, non è posta nemmeno nella condizione, a freddo, di rettificare almeno in parte le accuse, stante che ha precedentemente reso la deposizione con “incidente probatorio”.  L'incidente probatorio è un istituto inserito all'art. 392 c.p.p. che ha la funzione di anticipare l'acquisizione e la formazione di una prova durante le indagini preliminari purché pertinente e rilevante ex art. 190 c.p.p., quando per l'assunzione di essa, infatti, non è possibile attendere sino al dibattimento. Potrà procedersi all’assunzione di una testimonianza con incidente probatorio: allorquando vi è fondato motivo di ritenere che la persona non potrà essere esaminata nel dibattimento per infermità o altro grave impedimento (si pensi al caso di un soggetto gravemente ammalato per una patologia oncologica; quando, per elementi concreti e specifici, vi è fondato motivo di ritenere che la persona sia esposta a violenza, minaccia, offerta o promessa di denaro o d’altra utilità affinché non deponga o deponga il falso (si pensi, ad esempio, a situazioni correlate a contesti di criminalità organizzata o per l'appunto a situazioni affettive e familiari dove anche l’intervento di altri potrebbe influire).

 

La giusta difesa nel processo penale.

Una strategia difensiva nel processo penale rappresenta il modo con cui l’avvocato penalista in accordo con l’assistito prima ipotizzano e successivamente pongono in essere la miglior difesa possibile prima avanti la magistratura requirente e poi al tribunale giudicante.

La migliore strategia difensiva si fonda su quattro fattori: 1) le indagini difensive a seguito di approfondito vaglio del caso; 2) il piano difensivo, una volta avuto un quadro esaustivo del caso di specie; 3) la pianificazione della difesa, che deve essere sempre ispirata al miglior risultato ottenibile; 4) porre in essere quanto pianificato dal punto di vista difensivo.

1. Le investigazioni difensive rappresentano una importante risorsa per l’Avvocato penalista tanto nella fase delle indagini preliminari quanto nel processo penale, il quale difensore in ambito penale, ha la facoltà di ricercare personalmente o a mezzo dei suoi ausiliari elementi utili ad impostare la difesa del proprio assistito. È evidente che la difesa in un processo penale risulta davvero efficace quando non si limita solo alla confutazione della tesi accusatoria, bensì quando si estende alla rappresentazione di elementi di prova a favore del soggetto indagato. Tali elementi possono essere raccolti attraverso diverse attività investigative, regolate in seguito all’introduzione del Titolo VI-bis nel libro V del codice di procedura penale, artt. 391bis e ss, CPP.

È buon uso, a seconda del caso, rappresentare sin da subito le proprie controdeduzioni all’accusa. Non è raro, in caso di udienza filtro o preliminare, percepire le doglianze del Pubblico ministero, il quale rappresenta che “se avesse saputo prima, probabilmente avrebbe assunto diverse soluzioni”. A volte, una buona prospettazione difensiva, classico caso è il momento della comunicazione della conclusione delle indagini preliminari ex art. 415bis Codice di procedura penale, può indurre il magistrato requirente a proporre de plano richiesta di archiviazione. Non da meno, è importante porsi nella stessa condizione durante il processo, in ogni sua fase.

2. Il piano difensivo nel processo penale consiste nel fissare l'obiettivo da raggiungere, tenendo conto degli elementi processuali anche emersi dalle investigazioni difensive, dei punti di forza e di debolezza dell'accusa e della propria situazione personale. Ovviamente, ad esempio, un soggetto censurato e recidivo ha necessità di una diversa valutazione rispetto ad un incensurato. L'obiettivo può essere di ottenere l'assoluzione, una condanna più lieve, un patteggiamento favorevole, una sospensione del processo penale o una pena alternativa. Si ribadisce il concetto del miglior risultato ottenibile. Se l'imputato è accusato di un reato che prevede una pena detentiva significativa, l'obiettivo potrebbe essere di dimostrare la sua innocenza o almeno di attenuare la sua responsabilità. 

3. La pianificazione nel processo penale consiste nell’ideare e programmare le azioni da compiere per raggiungere l'obiettivo, scegliendo le prove da introdurre nel processo penale, i testimoni da citare e deporre, le eccezioni da sollevare, le richieste da formulare. La pianificazione deve essere flessibile e adattabile alle circostanze che si presentano durante il processo. Il processo penale è spesso terreno inaspettato. Prove date per valide spesso risultano spuntate e viceversa. Solo una pronta eccezione, a volte, può risultare dirimente nel processo penale. È questo si realizza con professionisti formati ed esperti, veri penalisti.

4. Porre in essere quanto pianificato dal punto di vista difensivo nel processo penale, consiste nel mettere in pratica la pianificazione, svolgendo le attività difensive con fermezza, chiarezza, coerenza e persuasione. L'esecuzione comprende l’esame dei propri testi e prima il controesame dei testimoni dell'accusa, la produzione documentale e di perizie, la discussione finale “arringa” e la redazione degli eventuali atti, memorie ed anche impugnazioni. L’Avvocato penalista per poter sollevare il dubbio sulla attendibilità di un teste d'accusa, lo deve escutere con un controesame che evidenzi le proprie contraddizioni, omissioni o interessi personali.

La strategia difensiva nel processo penale è quindi l'insieme delle scelte e delle azioni che l'Avvocato penalista compie per tutelare al meglio gli interessi del suo assistito, sia che si tratti di imputato, sia che si tratti di parte offesa, responsabile e civilmente obbligato. Il ruolo dell'Avvocato penalista è fondamentale per garantire il diritto di difesa, il contraddittorio e il principio di uguaglianza delle parti nel processo. Un avvocato penalista deve possedere una profonda conoscenza delle normative penali sostanziali e procedurali, delle tecniche di esame dei testi, nonché delle modalità di acquisizione e valutazione delle prove documentali. L'Avvocato penalista deve, altresì, essere in grado di comunicare con tutte le parti processuali in maniera chiara, seria e mai sottomessa. La strategia difensiva penale, deve, infine, essere flessibile e adattabile alle eventuali novità che possono emergere nel corso del processo. L'Avvocato penalista deve essere sempre pronto ad adattare e modificare la linea difensiva, anche in virtù delle circostanze e delle opportunità che emergono nel corso del processo penale.

La moderna tecnologia, specie nelle comunicazioni (videochiamate, PEC, PEO, ecc. ecc.), che va ricordato, tra avvocato ed assistito sono tutelate e non intercettabili, permette, con un sensibile abbassamento dei costi e tempi, di potersi confrontare a distanza e senza fraintendimenti. Altresì, il processo penale telematico, anch’esso ha facilitato il rapporto avvocato/tribunali, permettendo, praticamente senza spostamenti, di recapitare atti e documenti ovunque. Tanto da azzerare, per quanto in discorso, la necessità di nominare un avvocato locale, potendosi ben servire di chiunque si ha fiducia. Pertanto, per l’indagato o imputato nel processo penale, lo studio LegalGB Law Firm può fornire assistenza qualificata, garantendo un intervento efficace e rapido, come avvocato penalista, gestendo al meglio sin dalle prime fasi il procedimento penale.

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